Lo scorso mese di Febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto legislativo per il recepimento della Direttiva Comunitaria 96/61 sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, meglio conosciuta come Direttiva IPPC, del 1996. Con l’attuazione della Direttiva, il Governo intende completare la disciplina in materia ambientale per cercare di attenuare e contrastare l’inquinamento causato dalle attività produttive di settori quali quello energetico, chimico, lavorazione dei metalli e dei minerali, gestione e smaltimento dei rifiuti, cartario, legno e concia delle pelli.
L’acronimo IPPC sta per Integrated Pollution Prevention and Control (in italiano, Prevenzione e Riduzione Integrate dell’Inquinamento). Essenzialmente, la direttiva IPPC tratta la riduzione dell’inquinamento dai vari punti di emissione nell’intera Unione Europea. Tutti gli impianti elencati nell’Allegato I della direttiva devono ottenere un’autorizzazione dalle autorità competenti nei paesi dell’Unione Europea. Senza quest’autorizzazione, gli impianti non possono funzionare. Le autorizzazioni devono essere basate sul concetto delle migliori tecniche disponibili (Best Available Techniques, BAT).