Fonti rinnovabili: l’Agenzia delle Entrate conferma l’iperammortamento per gli impianti fotovoltaici.

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che gli impianti sono da considerarsi “beni mobili” per i quali può scattare il bonus ammortamento del 40 per cento.

Con la Circolare 4/E del 30 marzo 2017, l’Agenzia delle Entrate chiarisce la natura degli impianti rinnovabili. Così come chiedevano la associazioni di categoria, l’impianto fotovoltaico da ora in poi verrà considerato un “bene mobile”. In buona sostanza, è stato equiparato agli “imbullonati”: nel senso che così come viene “montato”, a fine vita può essere rimosso. Attenzione: beni mobili vengono considerati i pannelli e le strutture di supporto, mentre rimangono beni immobili i locali che ospitano i sistemi di controllo e trasformazione, le recinzioni.

Questo chiarimento – atteso da almeno tre anni – è molto importante perché essendo considerato bene “mobile” scatta l’ammortamento fiscale con una percentuale del 9 per cento. Ed essendo superiore alla soglia del 6,5 per cento, scatta la possibilità di godere del superammortamento concesso alle aziende sui beni strumentali, provvedimento varato l’anno scorso con la legge di Stabilità e riconfermato nelle misure a favore dell’Industria 4.0. Si tratta dell’incentivo fiscale che permette di maggiorare i costi del 40 per cento, quando si considera la quota di ammortamento dell’investimento.
In precedenza, gli impianti fotovoltaici erano da considerare “beni immobili” della categoria “fabbricati destinati all’industria”. E come tali avevano una percentuale di ammortamento del 4 per cento, non facendo così scattare il bonus. Sempre la circolare assicura un piccolo aiuto anche agli impianti eolici, anche se in misura inferiore. Viene considerato bene immobile la torre a sostegno dell’impianto di produzione, mentre non lo sono sono rotori e pale.

Le imprese che vogliono installare pannelli solari per produrre energia in autonomia ora hanno quindi un vantaggio in più. Con il bonus del 40 per cento, in pratica, è come se risparmiassero quasi la metà dell’investimento per produrre energia, risparmiando allo stesso tempo sulla bolletta della società.

 

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Catia Tarquini